Gli scaldini per letto chiamati caldani, detti anche gegie, erano di solito messi nel prete o preé come venivano chiamati in molti dialetti. L’attrezzo di legno, costituito da due coppie di assicelle unite agli estremi e poste lateralmente sopra e sotto a formare una gabbia, teneva sollevate le coperte per permettere al calore di diffondersi.
Questo oggetto, attraverso le forme di alcuni esemplari e al nome, che esprime una filosofia austera, ha ispirato il progetto per un nuovo letto essenziale, facile da trasportare e da assemblare. La rete è incastrata a castelletto pieno su vuoto sui due montanti merlati che si sviluppano nel senso della larghezza. Le doghe appoggiano a pettine si ripeteno ad intervalli doppi rispetto al loro spessore. La struttura del letto è composta da due cosciali laterali ottenuti per incollaggio di masselli che ne disegnano il profilo richiamando alla memoria le antiche squadre da disegno primo banco di prova dei maestri ebanisti. La struttura snella delle gambe dà risalto al profilo più sottile della rete in aggetto. La struttura articolata come un’architettura esoscheletrica è definita dalla trabeazione dei due montanti interni che si innestano sugli appoggi. Le doghe hanno un profilo costante e scandiscono con ritmo il piano di appoggio del materasso. Le gambe nella vista laterale prendono slancio rastremandosi in sezione per alleggerire l’impatto visivo senza comprometterne la resistenza.
Benzima 2015©